Le infezioni correlate all’assistenza sanitaria (ICA), note anche come infezioni ospedaliere, rappresentano una delle principali sfide di salute pubblica a livello mondiale. Nonostante i progressi della medicina moderna, ogni anno milioni di pazienti contraggono infezioni durante il ricovero o a seguito di procedure diagnostiche e terapeutiche.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le ICA colpiscono in media il 7% dei pazienti nei Paesi industrializzati e fino al 15% nei Paesi in via di sviluppo. In Europa, l’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) stima che circa 4,5 milioni di pazienti contraggano un’ICA ogni anno, con oltre 37.000 decessi diretti e costi sanitari che superano i 7 miliardi di euro annui.
Gli aggiornamenti più recenti dell’OMS sottolineano che molte ICA sono prevenibili attraverso strategie integrate che combinano protocolli di igiene, uso razionale degli antibiotici, formazione del personale e dispositivi medici sicuri.
Cosa sono le ICA e perché sono così pericolose
Le ICA sono infezioni che insorgono durante il ricovero ospedaliero o altre forme di assistenza sanitaria, non presenti né in incubazione al momento dell’ammissione del paziente.
Tipologie più frequenti
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Infezioni delle vie urinarie (spesso associate all’uso di cateteri vescicali).
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Polmoniti associate a ventilazione meccanica.
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Batteriemie da catetere venoso centrale.
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Infezioni del sito chirurgico.
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Infezioni da Clostridioides difficile legate all’uso prolungato di antibiotici.
Perché sono gravi
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Aumentano la mortalità: i pazienti con ICA hanno una probabilità di morte 2–3 volte superiore.
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Prolungano la degenza: in media da 5 a 10 giorni in più, con costi aggiuntivi.
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Favoriscono l’antibiotico-resistenza: ceppi multiresistenti proliferano negli ambienti ospedalieri.
👉 Secondo l’OMS (Rapporto 2022), fino al 70% delle ICA potrebbe essere prevenuto con misure efficaci di controllo delle infezioni.
Aggiornamenti OMS sulla prevenzione delle ICA
L’OMS ha pubblicato linee guida aggiornate che mettono in evidenza i seguenti punti chiave:
1. Igiene delle mani
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Resta la misura più efficace e a basso costo.
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L’OMS promuove dal 2009 la campagna “SAVE LIVES: Clean Your Hands”.
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L’igiene deve essere effettuata nei 5 momenti critici: prima del contatto con il paziente, prima di una procedura asettica, dopo rischio esposizione a fluidi, dopo il contatto con il paziente, dopo il contatto con l’ambiente circostante.
👉 Nonostante la consapevolezza, l’aderenza all’igiene delle mani raramente supera il 50% in molti ospedali (OMS, 2021).
2. Uso razionale dei dispositivi medici invasivi
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Limitare l’uso di cateteri e ventilatori solo quando strettamente necessario.
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Preferire dispositivi needle-free o con sistemi di sicurezza per ridurre infezioni e punture accidentali.
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Sostituire i cateteri secondo protocolli basati su evidenze, non solo per routine.
3. Antibiotic stewardship
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Le ICA sono spesso sostenute da batteri multiresistenti (MRSA, Klebsiella, Pseudomonas).
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L’OMS e l’ECDC raccomandano programmi ospedalieri di antibiotic stewardship, con team multidisciplinari che monitorano e regolano l’uso di antibiotici.
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Obiettivo: ridurre resistenze e garantire che gli antibiotici rimangano efficaci.
4. Ambienti e superfici
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Pulizia e disinfezione regolare delle superfici ospedaliere ad alto contatto.
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Utilizzo di disinfettanti efficaci contro i principali patogeni.
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Tecnologie innovative: sistemi UV-C e vapori di perossido di idrogeno hanno mostrato efficacia nella riduzione della carica microbica.
5. Formazione del personale
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La formazione continua è indispensabile.
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Corsi di aggiornamento su procedure asettiche, igiene e uso dei dispositivi.
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Simulazioni cliniche per rinforzare la gestione delle emergenze infettive.
6. Sorveglianza epidemiologica
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Implementare sistemi di raccolta dati sugli eventi infettivi.
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Condivisione delle informazioni a livello nazionale ed europeo tramite reti di sorveglianza (in Italia: sistema SPIN-UTI, dedicato alle infezioni nelle terapie intensive).
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Analisi rapida dei focolai per prevenire diffusione.
Il ruolo dei dispositivi medici nella prevenzione delle ICA
Dispositivi sicuri e innovativi
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Cateteri rivestiti con sostanze antibatteriche: riducono significativamente le infezioni urinarie e da catetere venoso centrale.
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Aghi con sistemi di sicurezza: prevengono punture accidentali e riducono il rischio di trasmissione.
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Pompe di infusione intelligenti: monitorano il flusso e riducono errori terapeutici.
Needle-free technology
L’introduzione di dispositivi senza ago (needle-free) permette non solo di ridurre la paura degli aghi, ma soprattutto di abbattere il rischio di infezioni da accessi venosi ripetuti.
Dispositivi monouso
Il corretto utilizzo e smaltimento dei monouso resta cruciale. Tuttavia, l’OMS sottolinea l’importanza di un approccio green healthcare, che bilanci sicurezza e sostenibilità ambientale.
Case study internazionali
Ospedali in Scandinavia
L’introduzione di cateteri con rivestimento antibatterico ha ridotto le infezioni urinarie del 45% in 3 anni (fonte: Journal of Hospital Infection).
NHS (Regno Unito)
Un programma nazionale di igiene delle mani e stewardship antibiotica ha portato a un calo del 57% delle infezioni da MRSA tra il 2004 e il 2018.
Italia – Terapie intensive
Secondo i dati SPIN-UTI, l’adozione di bundle assistenziali (insieme di pratiche combinate: igiene mani, check-list, riduzione cateteri) ha ridotto le batteriemie del 30% in alcune Regioni pilota.
Sfide ancora aperte
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Scarsa aderenza all’igiene delle mani da parte del personale.
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Diffusione di ceppi multiresistenti, difficili da trattare.
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Pressione economica sugli ospedali, che limita l’acquisto di dispositivi innovativi.
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Bilanciamento tra monouso e sostenibilità ambientale.
La prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza è una sfida globale, ma anche un’opportunità per migliorare sicurezza, qualità e sostenibilità della sanità.
Gli aggiornamenti OMS indicano chiaramente la strada:
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rafforzare igiene delle mani e protocolli di base,
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ottimizzare l’uso dei dispositivi medici invasivi,
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implementare programmi di antibiotic stewardship,
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investire in formazione e sorveglianza epidemiologica,
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adottare dispositivi medici innovativi e sicuri.
Ridurre le ICA significa salvare vite, migliorare la fiducia dei pazienti e contenere i costi sanitari. In un mondo in cui l’antibiotico-resistenza è una minaccia crescente, la prevenzione è la vera arma vincente.